Senior City Cortina d’Ampezzo
Massimiliano Dell’Olivo, Simone Osta, Daniele Ganz
Area di intervento L’area di intervento, di forma irregolare e superficie pari a 4626 m², non è contigua ad alcuna via pubblica, confina a nord con il parcheggio privato di un condominio di recente realizzazione, ed è circondata sugli altri lati da prati incolti; a sud confina con un ruscello. Ha una pendenza pressoché costante in direzione della poco distante S.S. 51 di Alemagna e del fiume Boite. L’edificio residenziale adiacente al lotto d’intervento risulta essere di forte impatto visivo e pregiudica il valore dell’area stessa, condizionando anche le scelte progettuali. Come tutte le aree della conca ampezzana, il lotto si staglia sullo sfondo maestoso delle Dolomiti, con cui l’edificio oggetto dell’intervento deve confrontarsi, oltre che con l’architettura del poco distante centro abitato di Chiave. Questo è un centro costituito di poche abitazioni, costruite nel tipico stile dell’architettura rurale ampezzana, rimaneggiate in anni recenti.
Urbanistica | Concept insediativo
Architettura rurale ampezzana Il paesaggio urbano della conca ampezzana era originariamente caratterizzato da gruppi di case, detti viles o villaggi, i cui abitanti coltivavano gli ampi appezzamenti di terreno contermini. Tale organizzazione era determinata dalle Regole d’Ampezzo che imponevano una gestione del territorio sostenibile, idonea al sostentamento anche delle famiglie meno abbienti. Lo sviluppo urbanistico dei villaggi è definito da vari fattori, quali la morfologia del terreno, l’esposizione al sole ed al vento… tutti fattori che determinano diversi forme dei nuclei abitativi. Anche la disposizione dei singoli edifici è tale da non compromettere il soleggiamento degli edifici adiacenti. Il villaggio di Chiave appare annucleato, ma aperto verso uno spazio centrale che garantisce il soleggiamento a tutte le unità: l’ideazione progettuale della nuova residenza anziani dovrà confrontarsi con questa situazione urbanistica sparsa. Tutte queste scelte progettuali, frutto della conoscenza dell’ambiente posseduta dai nostri avi, verranno riprese nel progetto della residenza per anziani.
Plastico di studio
Sistemazioni esterne L’esterno del nuovo fabbricato deve confrontarsi con l’esistente condominio a nord del lotto. L’accesso, sia carrabile che pedonale, avviene proprio passando attraverso l’area privata del parcheggio condominiale: da questo punto si può accedere anche all’area parcheggio sotterranea che si sviluppa lungo tutto il lato est del lotto oppure accedere all’atrio dell’ingresso principale della struttura. E’ prevista anche la realizzazione di 32 posti auto scoperti nell’appendice che si sviluppa dall’angolo nord-est del lotto, ponendosi quasi in contiguità col parcheggio condominiale. La posizione è stata scelta in quanto era precisa volontà del progetto inserire i tre fabbricati all’interno della natura, mantenendo la continuità del verde da valle verso monte; pertanto l’ampia area parcheggio richiesta, viene ricavata a monte di quella già esistente, in posizione defilata alle visuali paesaggistiche ed in area già compromessa. La struttura si presenta suddivisa in tre edifici principali, disposti con orientamento principale est-ovest, lungo la direttrice dell’inclinazione, leggermente aperti a raggiera in modo da formare un’area centrale libera, secondo lo schema proposto dal nucleo insediativo di Chiave. Anche le loro proporzioni e il loro aspetto esterno sono ripresi dalle proporzioni e dai materiali dei toulà di Chiave, restando in sintonia con l’architettura esistente e tipica della conca. Sull’area centrale definita dai tre volumi, viene ad instaurarsi il wintergarten la cui presenza è denunciata da dei “minerali” vitrei che fuoriescono dal terreno con forme aguzze come le vette dolomitiche, e ne consentono l’illuminazione. Altri “minerali”, di minor consistenza, garantiscono l’illuminazione del parcheggio interrato e dei collegamenti pedonali tra gli edifici.
Schemi | Funzioni e fasi
Sistemazioni interne Dalla hall d’ingresso, dove si trovano anche la portineria e gli uffici amministrativi, si diramano tre corridoi: a sinistra per accedere ai parcheggi interrati e ai magazzini privati, mentre gli altri due consentono di accedere agli spazi e servizi comuni posti ai piani terreni degli edifici. Imboccando il corridoio a sinistra, si accede ai vani contenenti i servizi della struttura che trovano ubicazione principalmente lungo il lato est del lotto, sfruttando così la pendenza del terreno e sviluppandosi in parte come struttura ipogea. Viene così lasciato libero il lato occidentale, quello più panoramico ed esposto al sole, mantenendo una separazione tra spazi serventi e spazi serviti. Nel blocco ovest, alla destra della hall, trova sede la palestra con i relativi spazi accessori; il blocco sud invece ospita le sale per le attività collettive: sala polifunzionale, sale hobby, sala tv, cucina comune… Lungo il corridoio che porta a questi spazi si trova anche l’accesso al wintergarten, attraversato da una sorta di sentiero che esce all’esterno della struttura verso l’area attrezzata. Negli spazi comuni al piano terra delle tre unità, si trovano anche i vani scala per accedere ai piani superiori, dove si trovano gli alloggi privati dei fruitori della struttura. L’alloggio tipo è molto semplice: è composto da un piccolo spazio d’ingresso da cui si può accedere al bagno o alla zona soggiorno-pranzo, questa è comunicante con la zona notte. Un ampio terrazzo si affaccia sul lato posto a sud della struttura, garantendo un opportuno soleggiamento dell’alloggio.
Piante
Architettura contemporanea\architettura rurale Abbiamo già brevemente accennato al rapporto esistente tra la nuova costruzione, oggetto del presente progetto, e i vernacolari toulà della conca ampezzana, ed in particolare quelli della frazione di Chiave. – proporzioni: le proporzioni dei tre edifici della residenza per anziani sono riferibili alle dimensioni delle case del paese soprastante con le dovute correzioni. Non c’è una disparità proporzionale tra costruzione nuova ed esistente; – funzione: la casa rurale ampezzana unisce due funzioni, l’abitazione sul davanti, e il rustico sul retro; allo stesso modo anche il progetto prevede che gli spazi serventi siano sul lato a monte, in parte ipogei, e gli spazi serviti (alloggi e spazi comuni)invece sul fronte anteriore; – copertura a due falde piuttosto pianeggianti; – materiali: anticamente venivano usati solo legno e pietra; ora vengono adottati legno e calcestruzzo; – struttura insediativa: come nell’abitato di Chiave, anche il nuovo progetto definisce uno spazio centrale, racchiuso dai tre edifici degli alloggi, che ospita lo spazio comune del wintergarten; – adattamento climatico: i tre edifici seguono lo stesso orientamento delle case di Chiave, sfruttando un consono soleggiamento e mantenendo un’adeguata distanza tra di loro per evitare che le ombre invadano gli edifici vicini; l’edificio, pertanto, sfruttando le conoscenze acquisite dai costruttori ampezzani, fa propri i dettami dell’architettura sostenibile.
Sezione 1
Materiali e durabilità Come già detto due sono i materiali principali usati nella costruzione: il legno e il calcestruzzo. Le strutture in legno si trovano su superfici parzialmente protette, sotto gli sporti delle coperture: sono usate soprattutto sui balconi degli alloggi. La volontà di realizzare, per quanto possibile un organismo duraturo, ha portato alla scelta del calcestruzzo quale materiale strutturale, e parzialmente quale isolante.
Sezione 2
Sostenibilità ambientale L’edificio fa propri i dettami dell’architettura sostenibile, e attraverso la progettazione attenta del sistema edificio-impianto è in grado di dare una risposta ecologicamente efficiente e bassi consumi energetici. La volumetria della residenza consente una naturale protezione dai venti freddi provenienti da nord, gli ambienti interrati a monte e le facciate opache garantiscono un elevato grado di isolamento termico su questo fronte, con costi ridotti.
Sezione 3
Il verde degli esterni garantisce una grande permeabilità del suolo, in grado di abbattere i carichi di picco verso lo smaltimento pubblico delle acque piovane. Inoltre un sistema di raccolta e stoccaggio dell’acqua piovana garantisce il riutilizzo della stessa per l’irrigazione degli esterni e per l’utilizzo nelle cassette delle utenze sanitarie. Lo studio solare attraverso il modello tridimensionale ha consentito di realizzare un volume articolato secondo la posizione del corpo celeste. La protezione delle aperture vetrate dall’illuminazione diretta nella stagione calda avviene mediante l’appropriato dimensionamento degli sporti e delle stesse aperture, questo è maggiormente evidente negli alloggi ove i balconi a sbalzo fungono da brise soleil (soleggiati in inverno, ombreggiati in estate). L’elevato isolamento termico dell’edificio, aiuta a mantenere un adeguato benessere termico sia nella stagione estiva sia invernale. La ventilazione al di sotto del primo solaio realizzata attraverso il sottofondo areato, oltre a disperdere il gas radon concorre al raffrescamento estivo dell’edificio. Per quanto riguarda gli impianti, sono previsti dei campi fotovoltaici e solari termici sulle falde esposte a sud.
Sezione 4
Il controllo termo-igrometrico è garantito attraverso l’impianto radiante a pavimento e la ventilazione meccanica controllata. I due sistemi possono essere agevolmente alimentati da un sistema a bassa temperatura. Le caldaie a cippato poste nell’interrato garantiscono la fornitura di calore necessaria all’intero complesso. Concludendo l’edificio è all’avanguardia nei confronti della sostenibilità passiva, in quanto modellato nella propria volumetria in base alle condizioni ambientali locali, e utilizza le tecnologie più avanzate e compatibili con il sito per quanto riguarda la sostenibilità attiva. Le riflessioni in merito al ciclo di vita dell’edificio, al consumo di energia dei materiali, al loro riciclo e reimpiego nelle costruzioni, sono alla base della progettazione tecnologica dell’edificio. La volontà di realizzare al piano terra, per quanto possibile un organismo monomaterico, e quindi facilmente riciclabile con tecnologie economiche e duraturo, ha portato alla scelta del calcestruzzo quale materiale strutturale, e parzialmente quale isolante, mediante l’utilizzo di blocchi areati alleggeriti. Oltre al calcestruzzo, come isolante si è scelto il vetro cellulare, materiale principe nel riciclo, che inoltre non soffre alterazioni dovute all’umidità e offre un’ottima resistenza meccanica, fondamentale in un edificio pubblico. L’alto isolamento dell’involucro esterno è aumentato in copertura degli interrati dalla presenza del tetto verde, e garantisce bassi consumi energetici all’edificio. L’edificio superiore è guidato dal principio della disassemblabilità dei vari componenti, così da renderli riutilizzabili al termine del ciclo di vita, e facilmente sostituibili se necessario.
Vista del wintergarten
La struttura portante è in pannelli di legno lamellare, che consentono un veloce montaggio con viti e bulloni. I rivestimenti interni delle pareti sono in gesso cartonato, materiale economico e riciclabile, con ottimo comportamento in caso di incendio. Anch’esso possiede le caratteristiche legate alla disassemblabilità. Fissate alla sottostruttura in alluminio, queste lastre sono facilmente sostituibili e di veloce posa. I serramenti sono in legno con doppio vetro camera, secondo gli standard della casa passiva e quindi altamente isolanti. La tecnologia nasce quindi da una riflessione continua sui i temi della sostenibilità ambientale e dei consumi energetici, proponendo materiali classici in modo innovativo e materiali innovativi con la cura al dettaglio architettonico.
Per concludere il progetto vuole riferirsi prima di tutto alla scala urbanistica, partendo dal concept per cui tre edifici in dialogo tra loro e con proporzioni raffrontabili all’architettura rurale, vengono inseriti all’interno di un contesto mantenuto volutamente naturale e a verde. Obiettivo ottenuto sia per mezzo della densificazione che dell’interramento parziale verso monte di alcuni locali. Fanno eccezione i cristalli di vetro, come la serra, i quali rimandano non solo al monte Cristallo, ai minerali che hanno reso ricche un tempo queste terre, ma anche a quei concetti di “alpine architektur” espressi da grandi architetti del passato quali Bruno Taut, alla ricerca costante del dialogo tra natura e architettura sotto la guida dello “zeich” del segno, quello stesso cristallo che veniva portato in processione a Darmstadt dalla sacerdotessa alla presenza del Principe.
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