Bivacco Fanton sulle Marmarole
Massimiliano Dell’Olivo, Simone Osta
Vista da nord-est
Premessa Il presente progetto prevede la realizzazione del nuovo bivacco Fratelli Fanton, che in occasione dei 140 anni dalla fondazione della sezione Cadorina del C.A.I., la cui posizione verrà trasferita dall’attuale posizione in Alta Val Baion (1750 m), alla posizione inizialmente prevista in Forcella Marmarole (2661 m).
Vista notturna
Architettura e paesaggio Costruire in alta quota è un tema ancor oggi molto discusso, gli approcci di avvicinamento al paesaggio sono molto differenti: architetture paracadutate, architetture alpine vallive, mimetismi artificiali. La strada percorsa dal progetto è invece quella tracciata da Bruno Taut con la sua Alpine Architektur, quel cristallo in mezzo alle Alpi. Lo stesso cristallo che alla colonia degli artisti di Darmstadt venne portato in cerimonia di fronte al Granduca Ernst Ludwig von Hessen. Ed ancora la strada della storia in cui quei primi cacciatori del mesolitico trovavano riparo nei pressi dei grandi massi erratici delle Dolomiti; massi importanti come quello di Mondeval che custodiva la sepoltura più in quota delle Alpi ed il masso di Andraz sulla cui superficie cresce l’omonimo castello dalle forme prismatiche e spigolose come la pietra. Ecco quindi che il bivacco è in primo luogo un rifugio, e come un masso deve essere scolpito, come un cristallo deve esibire le sue molteplici facce: come una cima rocciosa non è mai la stessa se la si osserva da diverse angolazioni così l’architettura in alta quota deve porsi nei confronti dell’ambiente. Inserirsi in un ambiente non significa mimetismo, ma bensì una reinterpretazione lucida ed attenta dei temi dettati dal paesaggio.
Vista da sud-est
Ed è per questo che si è scelto un volume che si adattasse alla pendenza media del sito: il bivacco non poteva essere avulso dal terreno ove si andrà a posare, se pur il sistema di ancoraggio è in grado di adattarne la giacitura a qualsivoglia situazione del suolo. Un edificio con una base piana non avrebbe risposto a quel desiderio di inserirsi nell’orografia della forcella delle Marmarole. Resta poi da precisare il colore, questo non deve essere mimetico, un bivacco è innanzitutto un luogo sicuro e protetto e deve essere visibile dall’escursionista in situazioni di pericolo. Non scegliere il bianco delle nevi ed il grigio delle rocce però non deve per forza tradursi in colorazioni primarie dure come il rosso od il giallo. Per cui si è scelto un lilla, un colore in grado di fondere l’azzurro del cielo ed il rosa delle cime Dolomitiche, ben visibile in caso di pericolo ma in grado di parlare sottovoce nella vista da valle, inserendosi nel panorama.
Vista da sud-ovest
Architettura e accoglienza L’alpinista che arriva in un bivacco sente come prima necessità quella di appoggiare l’attrezzatura tecnica e di togliersi gli scarponi che ha indossato per tutto il giorno lungo gli impervi sentieri delle Marmarole; e dopo aver preparato una breve cena si corica a letto per alzarsi alle prime luci dell’alba: solo confrontandosi con ciò che significa essere un escursionista è stato possibile progettare l’interno del bivacco. All’ingresso posto a sud, si trovano gli armadietti dove depositare le racchette, gli sci, le corde e tutte le altre attrezzature usate per raggiungere la meta; una panca consente anche di togliersi gli scarponi ed indossare le ciabatte a disposizione per muoversi con comodità all’interno del bivacco avendo cura delle calde superfici lignee. Un pannello/porta in legno divide il guardaroba dagli altri ambienti del manufatto, configurandolo come una bussola di ingresso in grado di frenare l’infiltrarsi delle arie gelide qualora un’alpinista si trovi ad accedervi quando già altri fruitori occupano il bivacco. Passato l’ingresso ci si trova di fronte alla zona di pranzo/soggiorno: quest’ultima è alloggiata in una nicchia ove il pavimento si trova ad un livello più basso di 45 cm rispetto al piano di calpestio, in modo da poterne sfruttare una parte come ulteriore panca. Tra la bussola d’ingresso e la zona pranzo/soggiorno si trova la zona di preparazione dei cibi: si tratta di un piccolo mobile con nicchia di lavoro rivestita in acciaio inox dove poter cuocere i pasti in sicurezza ed igiene.
Spaccato assonometrico
Una scala a pioli consente l’accesso alla zona di riposo costituita da quattro panconi disposti su due piani: i panconi del livello inferiore possono ospitare tre persone sdraiate ciascuno, mentre i restanti due panconi possono accoglierne altre quattro, per un totale di dieci escursionisti. All’occorrenza il tavolo della zona pranzo è apribile per consentire la formazione di un ampio piano dove possono trovare sede altri due posti letto di emergenza. Oltre che per accedere ai panconi, la scala consente anche di raggiungere un’ulteriore uscita posta a quota 2,4 m rispetto al suolo esterno: tale apertura diventa strategica e fondamentale per favorire l’ingresso (o uscita) dal bivacco, nel caso che un notevole accumulo di neve impedisca l’uso della porta principale. Quest’ultima è comunque suddivisa in due sezioni qualora la neve accumulata, se inferiore ad 1,2 m, dovesse impedirne l’apertura totale. Tutte le attrezzature in dotazione sono conservate in appositi spazi: l’estintore, il kit di pronto soccorso e la tanica e pentola per il reperimento dell’acqua si trovano nel guardaroba, i primi due nell’armadietto a fianco dell’ingresso, e i recipienti nel vano ricavato sotto la vicina panca. Altri spazi di stoccaggio sono ricavati sotto le panche della zona giorno, dove sono conservate le coperte per le cuccette, mentre nel mobile della zona cottura trova sede una dispensa d’emergenza. L’atmosfera che si respira all’interno del bivacco Fratelli Fanton è calda e accogliente, come lo sono gli ambienti domestici della cultura costruttiva dolomitica. Il legno domina su tutto e la zona di soggiorno, con la sua panca avvolta attorno al tavolo, è un piccolo larin: il luogo caratteristico delle abitazioni rurale bellunesi in cui la famiglia si riuniva per discutere, pranzare, raccontarsi storie, fare filò. Gli stessi panconi la cui struttura reticolare spaziale non solo assolve alla funzione statica, ma richiama alla memoria il cassettonato ligneo della stube, rimandano a quell’immaginario domestico dolomitico rurale che ben conosciamo. La misura contenuta dell’ambiente e l’uso del legno contribuiscono a donare agli spazi un senso di intimità e raccoglimento che favoriscono e rendono confortevole il riposo degli alpinisti.
Pranzo
Materiali e tecnologia La scelta tecnologica ha privilegiato quei materiali che meglio seguivano i principi della durabilità e quindi della ridotta se non nulla manutenzione, della leggerezza e della sostenibilità ambientale. Costruire ad alta quota significa porsi in condizioni climatiche estreme e quindi l’edificio deve essere in grado di rispondervi senza necessitare di un costante intervento da parte dell’uomo. Inoltre il sito ci vincola alla realizzazione di un’opera prefabbricata da assemblarsi rapidamente e con semplicità, nonché avente un peso ridotto che ne garantisca la trasportabilità con l’elicottero. Pertanto si è scelto di realizzare il bivacco con una struttura reticolare spaziale in tubolari quadri di alluminio 80×80x4mm, che è caratterizzata da estrema leggerezza, totale riciclabilità e elevata resistenza per forma. Questa struttura portante è avvolta esternamente da un involucro impermeabile realizzato in pannelli sandwich in alluminio e poliuretano dello spessore di 8 cm. Anche in questo caso l’inalterabilità nel tempo dell’alluminio e la sua leggerezza sono punti di forza di questi pannelli che grazie alla schiuma poliuretanica al loro interno sono in grado di garantire una trasmittanza delle pareti opache pari a 0,27 W/m2 °K. Inoltre il fissaggio nascosto dà uniformità alla superficie esterna del volume, scandita dai lievi rilievi orizzontali della lamiera. La superficie interna è rivestita in pannelli multistrato di pioppo dello spessore di 15 mm. Il legno multistrato è stato scelto oltre che per la sua leggerezza per la sua indeformabilità, per il calore che conferisce all’ambiente e per la capacità di assorbire l’umidità in eccesso e rilasciarla lentamente. Inoltre il pioppo è un legno a rapido accrescimento e quindi proveniente da una silvicultura rinnovabile e in grado di consumare risorse limitate in confronto ad altre specie arboree.
Scaletta
Il vuoto d’aria che si viene quindi a formare di conseguenza tra la pelle esterna ed interna in corrispondenza della struttura in alluminio, oltre ad essere un ulteriore livello di regolazione termica è anche spazio necessario all’integrazione impiantistica per il passaggio dei cavidotti dell’impianto elettrico. Anche il mobilio è in multistrato di pioppo, dello spessore di 21 mm e trattato come tutte le superfici lignee con impregnante trasparente e naturale all’acqua; solo alcuni dettagli, cioè i pannelli mobili delle sedute, della porta della bussola di ingresso e degli armadietti sono sottolineati da una colorazione calda tinta arancio. Il pavimento della bussola di ingresso è rivestito da una lamiera bugnata, questo per evitare che i fruitori possano rovinarlo entrando con gli scarponi. Anche la nicchia dedicata alla cottura ed alla preparazione dei cibi è interamente rivestita in lamiera di acciaio inox al fine di garantire durabilità, igiene e resistenza al calore. I serramenti esterni del bivacco sono in alluminio a taglio termico, con vetrocamera di sicurezza 4/20/4, e posati a filo esterno della facciata per garantire una maggiore impermeabilità dell’involucro. Tutte le strutture in acciaio esterne, ivi comprese la slitta di fondazione, i tiranti, gli ancoraggi e la scaletta esterna sono realizzate in acciaio inox o acciaio zincato, al fine di preservarle nel tempo alla corrosione. L’intero edificio è realizzato a secco, facendo propri i principi della disassemblabilità, garantendo una rapida sostituzione dei componenti ed una loro re-immissione nel processo produttivo al termine del ciclo di vita dell’edificio. Anche la scelta di sovrapporre i due blocchi verticalmente ci ha dato la possibilità di realizzare un giunto impermeabile per forma con una semplice scossalina in lamiera di alluminio, senza l’utilizzo di sigillanti sintetici che con il tempo non avrebbero mantenuto le prestazioni iniziali. In sintesi il progetto fa propri i dettami della sostenibilità ambientale non solo a mezzo dell’impiantistica, ma anche nella scelta dei materiali in rapporto alla loro durata e al loro ciclo produttivo.
Interni
Trasporto, montaggio e posa in opera Il progetto prevede la realizzazione del bivacco prefabbricato in tre blocchi principali: la slitta di ancoraggio, la zona giorno e la zona notte. Una volta trasportati a mezzo autoarticolato alla piazzola di atterraggio in Val Da Rin, saranno necessarie tre giornate lavorative per completare l’opera sulla forcella delle Marmarole. Primo giorno: Viene chiamato l’elicottero e con un primo volo trasportati in quota i quattro operai addetti al montaggio. Di seguito viene caricata la slitta di ancoraggio insieme alla cesta con l’attrezzatura di lavoro e trasportata anch’essa in sito. Da questo momento la squadra ha la giornata lavorativa a disposizione per la posa della struttura di base e per successivamente ritornare a valle. Secondo giorno: Di nuovo al mattino l’elicottero trasporta in quota gli operai e con una seconda rotazione il blocco giorno che verrà quindi calato sulla struttura di base e agganciato ad essa ad opera della squadra. In seguito viene richiamato l’elicottero per il trasporto del secondo blocco che verrà posato sul primo già fissato. I ganci di ancoraggio delle funi all’elicottero saranno fondamentali in fase di montaggio perché fungeranno da guida per far combaciare esattamente i due blocchi uno sull’altro. Terzo giorno: Sarà un ultimo volo a trasportare gli elettricisti in quota per la messa in servizio e la regolazione dell’impianto. Al ritorno l’elicottero porterà a valle la cesta con le attrezzature utilizzate dagli operai edili nelle fasi di montaggio. Terminata la taratura dell’impianto il bivacco sarà connesso e funzionale e i due operatori elettrici potranno rientrare a valle.
Ingresso
Attacco a terra In ottemperanza con quanto richiesto dal bando di gara, il progetto prevede la realizzazione di un sistema di ancoraggio puntuale, caratterizzato da un’elevata reversibilità e in grado di adattarsi a qualsivoglia inclinazione del suolo in sito. Al fine di svincolare totalmente l’edificio dalla conformazione del suolo è stata studiata una struttura in acciaio intermedia in grado di realizzare un piano di posa stabile e a livello per il volume del bivacco. Il sistema realizzato a secco si compone di sei piastre di ancoraggio, dodici braccia di regolazione, sei controventi di base e due travi a T. Le piastre di ancoraggio sono fissate al suolo per mezzo di tre inghisaggi da eseguirsi in sito previa perforazione della roccia e successiva posa di barre in acciaio filettate inserite con resina epossidica bi-componente. Per mezzo del doppio dado è possibile porre le piastre a livello ortogonalmente alla linea di maggior pendenza del suolo. Una volta posate le piastre saranno le braccia a garantire la posa a livello delle due travi a “T”. Infatti eseguendo i fori nelle travi in opera il disegno a triangolo del sistema è in grado di adattarsi con un delta di circa 50 cm a qualsiasi quota del suolo. I controventi di base realizzati con sei trefoli in acciaio oltre a rispondere alle sollecitazioni orizzontali, essendo tesati in sito possono adattarsi a qualsiasi irregolarità dovuta alla posa degli ancoraggi e/o delle travi. Infine, a garantire una maggiore stabilità del bivacco contro le spinte orizzontali del vento, della neve e del sisma, il volume viene tirantato al suolo per mezzo di quattro cavi a trefolo in acciaio. Questi cavi vengono fissati a quegli stessi ganci utili all’elitrasporto e che si sovrapporranno in fase di montaggio dei due blocchi previsti dal progetto. Ecco quindi che il sistema fondazionale è a secco, reversibile, preserva al massimo il suolo naturale e cosa ancor più importante è in grado di adattarsi a qualsiasi posizione definitiva venga scelta per la posa del bivacco.
Cuccette
Gestione dell’opera e manutenzione della struttura Le scelte relative ai materiali ed alle tecnologie hanno privilegiato quelle soluzioni in grado di dare un mantenimento quasi inalterato delle prestazioni nel tempo. L’impiego massiccio dell’alluminio, sia come materiale strutturale che come involucro dell’edificio garantisce un’elevata inalterabilità del bivacco nel tempo che si traduce in assenza di spese di manutenzione. Altro fattore importante sono i giunti, il sovrapporre i due blocchi dell’edificio in verticale realizza un giunto tra le parti che è a tenuta stagna per la propria forma, e non grazie all’utilizzo di materiali plastici, guaine e siliconi che nel tempo perdendo la loro elasticità avrebbero richiesto una sostituzione periodica. Così anche le strutture in acciaio inox e/o zincato ed i serramenti in alluminio con vetri di sicurezza seguono la predetta filosofia. All’interno non si poteva che adottare il legno, un materiale caldo e confortevole e sicuramente più delicato, ma protetto laddove esso è maggiormente vulnerabile, come nella pavimentazione di ingresso e nella nicchia della cucina, rivestite con una lamiera di acciaio inox. I costi di gestione si riducono quindi a quelle spese dettate dall’abbonamento alla rete mobile GSMper la trasmissione dei dati e alla sostituzione poliennale del materiale elettrico di consumo come le batterie ed i pannelli fotovoltaici. Anche in questo caso si sono scelti dei pannelli flessibili, in grado di adattarsi a eventuali movimenti senza subire danni. La verifica periodica annuale della struttura e la sua pulizia potrà essere realizzata ad opera di volontari, infatti si tratta per quanto riguarda le strutture di verificare semplicemente la tesatura dei trefoli in acciaio.
Schemi
Impianti elettrici e impianti speciali di rilevamento e telecomunicazione L’alimentazione elettrica del bivacco sarà garantita da un impianto fotovoltaico composto da: N° 4 pannelli fotovoltaici flessibili da 80W ciascuno. N° 2 batterie da 200Ah. In questo modo è garantito il funzionamento dell’impianto anche in caso di nuvolosità prolungata e in caso di trasmissione prolungata di dati. N° 1 Regolatore di Carica. N° 1 Quadro di protezione e sezionamento completo di scaricatori e quanto necessario al funzionamento dell’impianto. I pannelli saranno installati sulla falda di copertura esposta a sud avente dimensioni di 2,1m di altezza per 5m di lunghezza ed una inclinazione di 75 gradi rispetto all’orizzonte . Tutti gli impianti saranno alimentati dal suddetto sistema di generazione in corrente continua a 12V. Sarà garantita una autonomia di almeno 10 ore nel periodo invernale e di almeno 21 ore nel periodo estivo. Il sistema di illuminazione interna sarà formato da tre punti luce a faretti led necessari ad illuminare l’ingresso, il tavolo ed il piano cottura. L’accensione e lo spegnimento dell’impianto luci sarà effettuato mediante interruttore manuale posto internamente al bivacco in prossimità dell’utilizzatore. Per garantire maggior durata delle batterie e inutili sprechi energetici, un rilevatore di presenza posto all’interno del bivacco provvederà a disattivare l’impianto luci in mancanza di persone. L’impianto sarà completo di faretti LED, cavidotti, conduttori, interruttore bipolare, rilevatore di presenza, relè di comando, interruttori di protezione di linea installati nel quadro elettrico. Il Bivacco sarà munito inoltre di una stazione meteorologica completa di sonde per la misura di umidità, pressione e temperatura alimentabile in CC 12V , e sarà in grado di trasmettere via modemUMTS le in formazioni acquisite. Una webcam interna ed una webcam esterna (fisse e non asportabili), con centralina di monitoraggio e telecontrollo trasmetteranno le immagini presso la sede del gestore. L’installazione dei pannelli e degli impianti elettrici e di telecomunicazione avverrà presso il luogo di costruzione e assemblaggio del manufatto, tuttavia è previsto un intervento di una giornata lavorativa in quota per l’effettuazione delle necessarie verifiche, collegamento batterie, taratura telecamere interna ed esterna, stazione meteo, etc.
Schemi
Sezioni
Pianta zona giorno
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